Le strutture scoperte dall’Orti Manara rimasero in vista, almeno alcune, fino agli anni Venti del secolo scorso. Vennero poi cancellate quando i versanti del Castelon furono terrazzati con i tipici muri a secco chiamati marogne.

Nel 2005 la Soprintendenza per i beni archeologici del Veneto e il Comune di Marano di Valpolicella hanno dato avvio a un progetto per la riscoperta del tempio. Grazie alle indicazioni contenute negli studi di Olindo Falsirol e alla memoria degli anziani del paese, è stata individuata la zona del monte in cui effettuare i sondaggi: dopo 170 anni di oblio, le strutture del tempio sono così riemerse sotto un riporto di terra di circa tre metri.

Nel 2010 e nel 2013 alcune campagne di scavo hanno permesso di mettere interamente in luce l’edificio visto in parte nell’Ottocento, evidenziando la presenza di ulteriori strutture. Sono stati inoltre identificati, al di sotto delle strutture di età imperiale, i resti del primo tempio tardo-repubblicano e della precedente area sacra dell’età del Ferro.